«Santo cielo, cosa ci è saltato in mente? E pensare che fino a poco tempo fa cercavamo solo un bilocale…»

Cosa spinge una reporter girovaga sempre in bolletta a imbarcarsi nella folle impresa del restauro di un castello che nessuno vuole?
Dopo aver vissuto nel «più bel palazzo di Vienna», trascorso mesi in una sperduta baita tirolese e bazzicato i peggiori alberghi di Parigi, Katharina von Arx – la «viaggiatrice leggera» che negli anni Cinquanta aveva fatto scalpore per il suo celebre periplo del globo in solitaria – approda nell’incantevole borgo di Romainmôtier, in Svizzera, dove sonnecchia un rudere diroccato. La scrittrice vi riconosce subito la futura casa dei suoi sogni. Prende così avvio, tra le fatiche del buon vicinato e le scoperte di tesori nascosti, una sgangherata odissea in compagnia di operai fantasiosi e inaffidabili, burocrati umorali, architetti troppo entusiasti e un marito perplesso.
Il castello nel cassetto è il resoconto chiassoso e variopinto di una favola bislacca che si trasforma in una realtà maestosa, ma sempre un po’ da rattoppare.

Katharina von Arx (1928-2013) è stata una scrittrice e giornalista svizzera, autrice di romanzi e articoli dal forte mordente satirico. Pioniera al contempo del viaggio hippie anni Settanta e della leggerezza del turismo low cost, con il suo ukulele e un album da disegno intraprese un famoso giro del mondo in solitaria, che raccontò ne La viaggiatrice leggera. Divenuta un’apprezzata reporter, in una delle sue spedizioni conobbe il fotografo Freddy Drilhon, altro girovago incallito. Insieme riportarono all’antico splendore il castello di Romainmôtier, gioiello d’architettura gotica, costruendosi una dimora dove vivere e scrivere circondati da amici e artisti.

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