Emilio Villa

L'opera poetica

Nell'anniversario della nascita del «clandestino del Novecento», il corpus poetico villiano in un unico, documentatissimo volume.

  brossura con sovracoperta
  novembre 2014
  792 pagine     € 45,00
  isbn 9788898038442
  postfazione di Aldo Tagliaferri

Come qualcun altro nei secoli che lo hanno preceduto, ma quanto nessun altro nel suo, Emilio Villa ha scritto per un altro secolo. Ora, giusto a cent’anni dalla sua nascita, finalmente è venuto il suo tempo. Villa: il clandestino del Novecento italiano (come lo ha definito Aldo Tagliaferri, suo storico sodale e interprete); il dinamitardo di ogni accademia e di ogni canone; il passa-muri disciplinare che ha ibridato fra loro, in un’unica folgorante avventura letteraria, avveniristica ricerca poetica (al passo con le grandi avanguardie europee), rabdomantica erudizione antichistica (traduttore critico dell’Antico Testamento e dell’Odissea), leggendario “occhio” per l’arte odierna (i cui «attributi» indagò in un libro memorabile), padronanza universale del patrimonio linguistico indoeuropeo (per decenni perseguì l’impresa d’un dizionario etimologico in solitaria). Villadrome, come lo “parabattezzò” Duchamp, è sempre rimasto ostinatamente, orgogliosamente fuori da ogni confine, da ogni partizione, da ogni identità. Ora Cecilia Bello Minciacchi, la studiosa che nell’ultimo quindicennio si è votata con tutte le sue forze a quest’opera impossibile, l’ha ricostrui­ta in tutte le sue pieghe enigmatiche, in tutte le sue svolte anche clamorose, in tutte le sue idiosincrasie – e in tutte le sue conquiste. Per la prima volta dunque il corpus poetico villiano, le cui tracce furono in tutti i modi occultate da chi si vantava di aver «inventato la poesia distrutta» (e che una volta, per “pubblicare” i suoi testi, non pensò di meglio che inciderli su certe pietre che gettò nel fiume – titolo: I sassi nel Tevere), si trova qui riunito in un unico, documentatissimo volume che raccoglie tutti i suoi testi pubblicati, in vita e dopo la sua morte. A.C.

Emilio Villa nasce il 21 settembre 1914 ad Affori, oggi un quartiere di Milano. Dopo il seminario prosegue gli studi presso l’Istituto Biblico di Roma, specializzandosi in assiro-babilonese e ugaritico. Nel 1934 pubblica la sua prima raccolta di versi, Adolescenza, cui segue un’intensa attività pubblicistica. Richiamato dalla Repubblica di Salò, si nasconde in Toscana; a Milano vive in clandestinità e prende parte alla Resistenza. Tra il ’51 e il ’52 si trasferisce in Brasile, dove lavora al Museo d’arte moderna di San Paolo. Tornato in Italia, a Roma, si occupa per lo più d’arte, creando riviste come «EX». Nel 1986 un ictus lo paralizza, lo ammutolisce. Muore in solitudine, in un ospizio presso Rieti, il 14 gennaio 2003. Rarissime le sue pubblicazioni “ufficiali”, come la versione dell’Odissea (edita da Guanda nel 1964, riproposta poi da Feltrinelli e DeriveApprodi) e gli scritti di Attributi dell’arte odierna (dopo il primo volume edito da Feltrinelli nel 1970 non uscì il programmato secondo; l’opera nella sua completezza è stata restaurata da Aldo Tagliaferri per la prima serie di «fuoriformato», Le Lettere 2008). Anche un secondo volume delle Opere poetiche (dopo un primo curato da Tagliaferri per Coliseum nel 1989) non è mai uscito. Dopo un importante fascicolo dedicatogli dal «verri» nel 1998, sono usciti a cura di Cecilia Bello Minciacchi le traduzioni di Proverbi e Cantico (Bibliopolis 2004), a cura di Tagliaferri L’arte dell’uomo primordiale (Abscondita 2005) e, a cura di entrambi, Zodiaco (Empirìa 2000). A Claudio Parmiggiani si deve invece la grande mostra Emilio Villa poeta e scrittore, tenutasi a Reggio Emilia nel 2008.

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