«Questa storia si ispira a fatti reali. Tutto ciò che potrà sembrarvi eccessivo o inverosimile è autentico.»

C’era una volta un cinema a Parigi che non assomigliava a nessun altro. Sullo schermo proiettava i bassifondi della cinematografia mondiale (dalle pellicole di kung fu agli splatter, dagli spaghetti western alla cosiddetta serie Z), mentre in sala ospitava una varissima umanità di incantevoli falliti e dignitosi esclusi: il Brady, luogo balordo, sgangherato, irriducibile, una quinta di romanzo che ha avuto la faccia tosta di esistere per davvero.
Di questo luogo, Jacques Thorens offre una «biografia» divertita, canagliesca e struggente, narrando un’epopea della marginalità, del kitsch e dello scialo, costellata di momenti paradossali (come quando Harry Potter viene programmato assieme a Schiava di Satana...), di personaggi memorabili (come il regista Mocky, ultrasettantenne «vera testa calda del cinema oltranzista») e di capitoli ricorrenti che celebrano la contorta ingegnosità di produttori e titolisti (con perle come Zorro e i tre moschettieri o C’è Sartana... vendi la pistola e comprati la bara!).
La romanzesca storia vera di un cinema mecca dei cinefili e corte dei miracoli, dove – tra b-movie e amori mercenari – gli sketch esilaranti, le avventure a perdifiato e i sogni più sfrenati escono dallo schermo per sedersi tra gli spettatori.

Jacques Thorens è nato in Bulgaria nel 1973 e a tre anni si è trasferito a Parigi dove ha studiato arti grafiche e cinema. Dal 2000 è stato proiezionista, cassiere e factotum del Brady, leggendario cinema di quartiere parigino al 39 del boulevard de Strasbourg. Questo è il suo primo libro, subito diventato oggetto di culto quanto i film di cui narra.

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