«Devo imparare a prendere la vita sul serio. Ma com'è che si fa?»

«Quando sarò grande cambierò tutto» proclama in uno dei suoi solitari e furenti monologhi la piccola peste protagonista di questo romanzo. Sono troppe le cose degli adulti che non le vanno a genio: inutili cattiverie, evidenti bugie, imperdonabili meschinità. Eppure il mondo potrebbe essere così divertente, a volerlo cogliere di sorpresa. Ad esempio battendosi con un denutrito orso del circo, o – perché no – scrivendo all’imperatore per dirgli che «la guerra è durata già abbastanza ed è una vera porcheria».
Imprese impareggiabili tra fioretti e misfatti, che costano a questa «bambina da non frequentare» le esasperate ramanzine di genitori, insegnanti e della burbera zia Millie, ma che segnano anche le tappe esemplari di un lungo addio all’infanzia.
In questo effervescente romanzo, ambientato a cavallo della fine del primo conflitto mondiale, Irmgard Keun lascia libere le briglie del suo estro comico, dando vita a una creatura adorabile, sfrontata e ribelle, che non ha paura di sfidare le convenzioni della società né di assaggiare i primi frutti, ancora molto acerbi, dell’amore. Un personaggio memorabile – un po’ Gian Burrasca, un po’ Huck Finn, un po’ Zazie – che dalle strade della Colonia del 1918 continua a insegnarci quanto può essere esilarante imparare a vivere.

Irmgard Keun (1905-1982) è stata una delle scrittrici più originali del suo tempo ed è al centro ormai da anni di una riscoperta da parte di critica e pubblico. Compagna di Joseph Roth, fu spinta alla scrittura da Alfred Döblin che ne ammirava la vivace intelligenza e l’umorismo fulminante. È autrice di sceneggiature, reportage e una dozzina di romanzi in cui ha raccontato le contraddizioni della società europea prima e durante la Seconda guerra mondiale, concentrandosi in particolare sulla condizione della donna. Le sue opere furono proibite dai nazisti; per tutta risposta l’autrice fece causa allo Stato per danni. All’inizio degli anni Trenta, i suoi Gilgi, una di noi (1931) e Doris, la ragazza misto seta (1932) trasformarono Keun in un caso letterario e la resero una celebrità internazionale. In esilio dopo la censura subita scrisse Una bambina da non frequentare (1936), Dopo mezzanotte (1937) e Kully, figlia di tutti i Paesi (1938).

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24/07/2019 · L’Adigetto
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