«Ciò che fa Beckett non ha più nulla a che vedere con il rispecchiamento della realtà. Beckett è la realtà.»

Il nulla positivo raccoglie per la prima volta in un unico volume tutti gli scritti che il grande filosofo Theodor W. Adorno ha dedicato a Samuel Beckett, lo scrittore da lui ritenuto il più rappresentativo delle complesse vicende dell’arte nella seconda metà del Novecento. Un libro impossibile, vagheggiato e mai portato a termine, che comprende – accanto al celebre e fondamentale Tentativo di capire il «Finale di partita», e a passi scelti della Teoria estetica – la trascrizione di un’accesissima e sorprendente conversazione televisiva e un’inedita lettura de L’innominabile. Un quartetto di testi che intona finalmente nella sua completezza lo spartito dell’articolata interpretazione adorniana di Beckett.
In queste pagine il pensatore francofortese si conferma un critico di raro acume, rivelandosi anche un lettore appassionato in grado di mettere in luce – tanto sul piano estetico quanto su quello politico – il nucleo intorno al quale orbita la prosa beckettiana: un «nulla positivo» che esprime la condizione umana nella sua nuda realtà, senza orpelli né illusioni. Un nulla capace ancora oggi di scardinare ideologie e pensieri unici ribadendo i dirompenti doveri dell’arte.

Theodor Wiesengrund Adorno (1903-1969), filosofo, sociologo e musicologo tedesco. Nel 1933 va in esilio a Parigi per sfuggire alla persecuzione nazista; si trasferisce poi a Oxford e, successivamente, negli Stati Uniti. Farà ritorno in Germania nel 1949 imponendosi come uno dei maggiori esponenti della Scuola di Francoforte. Le sue speculazioni sul sistema capitalista e la società di massa, sull’estetica e la cultura occidentale hanno rivoluzionato la storia del pensiero del Novecento.

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