«Questa città è talmente piatta, è fatta solo di cielo. In tutte le direzioni c’è solo cielo a perdita d’occhio.»

Un uomo girovaga per la Berlino contemporanea, e ne ascolta le voci.
C’è quella dell’ex chirurgo Dariusz, passato dai bisturi di una sala operatoria di Lublino a una pompa di benzina della Shell in fondo alla strada; c’è quella dell’ingombrante Eli, sbandato attore fracassone dall’accento rumeno che per alcuni parla «come un sassone del XII secolo»; o quella dell’anziana Dorota, architetta polacca che porta sulla pelle le contraddizioni del Novecento.
E come queste, tante altre voci soliste che si fondono nel canto malinconico e vitale di quella città esemplare e atipica che è, da più di un secolo, Berlino. Tutti sono nati altrove, e qui si sono impantanati. A ognuno di questi ospiti tristi il narratore offre un ascolto semplice e abissale, alla ricerca di un senso tra le mille luci della metropoli.
Un romanzo corale che mostra il cuore antico delle inquietudini del nostro presente e indaga il tema attualissimo del rapporto tra l’Est e l’Ovest dell’Europa.

Nato a Opole in Polonia nel 1979, Matthias Nawrat si è trasferito in Germania all’età di dieci anni per poi studiare Biologia a Friburgo e Heidelberg. Autore bilingue, scrive i romanzi in tedesco e riserva il polacco alla poesia. Insignito di alcuni tra i più prestigiosi premi letterari tedeschi, ha raccontato con toni picareschi il Novecento e le ansie e le speranze del nostro tempo.
Imprenditori. Una favola famigliare è il suo primo romanzo tradotto in italiano. De L’ospite triste, vincitore del premio letterario dell’Unione europea, il «Frankfurter Allgemeine Zeitung» ha scritto: «un romanzo di grande forza letteraria e profondità filosofica… Assolutamente impressionante».

Cofinanziato dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea.

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10/06/2023 · Sicilia Uno News
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