«Zarina d’Italia», «dottora dei poveri», «pugno di ferro nel guanto di velluto», «deliziosa bionda che “parlava come un uomo”», «madonna slava», «madrina del socialismo», «nemica della Rivoluzione d’Ottobre» o più semplicemente la «Signora Anna»: nella loro apparente contraddittorietà, le espressioni con cui Anna Kuliscioff è stata definita dai suoi contemporanei danno conto della complessità di una figura impossibile da congedare con una sola, semplificante etichetta.
Ne parlano la curatrice dell'edizione Elena Vozzi e l'editore delL'orma Lorenzo Flabbi