«L’inchino del gigante è un viaggio nella mente vulcanica, effervescente, in continua ebollizione di un grande narratore del nostro tempo». Alice Figini
«L’immaginazione estrema e il crudo realismo che convivono magicamente nella sua narrativa formano una miscela micidiale». Roberto Sturm
«È straniante leggere questi Dialoghi tra i profughi di guerra, i migranti economici e i cervelli in fuga, tra le guerre – europee e non – e le democrazie liberali incapaci di sopravvivere senza scivolare nell’eversione di destra». Salvatore Graziano Spampinato
“La montagna dei gatti” di Ferdinand Grimm protagonista della puntata di “Qui comincia”- Rai Radio 3.
«Il ritratto denso e commovente di un creativo accecato dalla potenza del proprio sogno». Martina Parenti
«Un esempio di scrittura che riesce a tenere assieme l’interesse per le questioni sociali e l’immensa abilità creativa». Chiara Bianchi
«Un libro che ne contiene una gran quantità d'altri, in senso lato: una specie di miniera in cui calarsi, alla ricerca di sicure, reversibili pepite». Gabriella Bosco
«Fiaba nera del terzo fratello Grimm, fratello geniale ma dimenticato». L'articolo di Eleonora Barbieri
«Fiabe, varianti, e storie fantastiche di Ferdinand, terzo dei fratelli Grimm». La recensione di Giampiero Moretti
«Fiabe, varianti, e storie fantastiche di Ferdinand, terzo dei fratelli Grimm». La recensione di Giampiero Moretti
“L’inchino del gigante” di Christoph Ransmayr tra i migliori libri in uscita a febbraio 2023 per Style Corriere.
«Un romanzo che ha un curioso gancio con il reale, perché il castello nel cassetto di Katharina von Arx esiste davvero e può essere visitato». Alessandra Chiappori
«Quiriny è una fucina di idee, ogni pagina espone una follia in più, ogni follia si incastra con le altre formando un mosaico coerente». Anja Boato
«Questo sarto volante, spettacolare e misterioso, diventa inoltre un’occasione per offrire ai lettori una biografia obliqua di Kern». Claudio Musso
«Per la scrittrice questa liaison proibita e clandestina rappresenterà anche un ulteriore tassello nella sfida alle convenzioni sociali che ha sempre combattuto». Laura Goria
«Un magnifico racconto in cui la vergogna si trasforma in omaggio, rispetto e orgoglio». Massimiliano Cavallo
«L’autore indaga nel passato di Reichelt per reinventare il suo mondo di affetti, esuberanze e ossessioni». Oreste Paliotti
«Nell’impeccabile traduzione di Lorenzo Flabbi, arrivano le parole di Annie Ernaux a raccontare una storia scabrosa e intensa, irrazionale e piena di passione». Marianna Zito
«Se cerchi una storia che ti mostri il bilico tra sogno e distruzione, tra desiderio di diventare tutto ciò che puoi pensare di essere e la realtà, eccola». Chiara Beretta Mazzotta
«Una stupenda narrazione di un’esperienza infantile che attraversa come morsi dell’anima l’intera vita dell’autrice segnata dalla finzione tra genitori e figli». Carlo Di Cicco
«Ogni grande scrittore ha il demone che in lui diviene canonico, Ernaux ha questo che ne conferma, ancora, la grandezza». Matteo Moca