Marino Magliani, candidato al Premio Strega 2022, racconta di come la sua scrittura sia legata al paesaggio ligure.
«L'intima, imperfetta celebrazione di un padre che, malamente sconfitto dalla vita, è stato pur sempre un eroe».
«Per Annie Ernaux quest’opera è un’occasione per far riflettere e riflettere a sua volta sul legame intrinseco tra la propria esistenza e la scrittura».
«Prima che mi sfugga è un libro in cui la letteratura incontra la vita. Anne Pauly sa scrivere e le sue parole toccano non solo il cuore ma anche la carne». Nicola Vacca
«Anche questa volta Ernaux racconta, attraverso l’osservazione di un luogo, ciò che siamo, nel bene e nel male». Federica Tozzi
«Keyserling ci offre una narrazione impressionistica e misurata, elegante e crepuscolare». Claudio Musso
«Keyserling, nato da famiglia aristocratica, ricostruisce e fa rivivere con lucida e minuziosa attenzione la decadenza dell’aristocrazia tedesca di fine ‘800».
«Il testo di Ernaux è pieno di empatia e precisione, è poetico più che documentaristico». Gianni Montieri
«Non si andrà più al supermercato come prima, avendo letto questo piccolo libro di Annie Ernaux». Claudia Raimondi
«Se centrale è la parola ancora più dirimente è lo stile, una prosa limpida, assieme tagliente, esatta ma evocativa». Saverio Simonelli
«Malinconico e commovente, fa sorridere e induce al perdono di noi stessi, figli imperfetti di genitori imperfetti». Giorgia Mecca
«Ernaux riesce a connotare di un reale interesse sociale e politico l’esperienza della spesa al supermercato». Laura Marzi
«Ogni personaggio sembra prigioniero di un preciso copione dal quale non riesce a fuggire». Laura Goria
«Il romanzo d’esordio rivelazione di Anne Pauly è bellissimo; certo, raramente ho letto qualcosa di tanto schietto, intenso, irrimediabilmente vero». Andrea Marcolongo
«Si legge frenando di botto e rischiando uno schianto davanti a un tornado di lacrime e raffiche di risate». Tiziana Pasetti
«Topi in trappola, gente stanca, comunità di desideri e non di azione: il supermarket, che per sua natura si situa sul versante del disincanto, viene soppiantato nel racconto da un nuovo canone interpretativo». Paolo Landi
«Un destino che sembra attraversare, immutato, schieramenti opposti, e che dovrebbe farci riflettere». Daniela Poggio
«La sera sulle case è un romanzo di un vero e proprio scontro generazionale accompagnato da descrizione dei paesaggi invernali fiabeschi della Curlandia, dove però sarà solo una generazione a prevalere sull’altra». Piergiuseppe Calcagni
«Nei tramonti della Curlandia si spegne il mondo di Von Keyserling». La recensione di Giorgio Montefoschi
Sulla scena domina il gusto per la battuta esplosiva, mentre si stravolgono nell’assurdo i luoghi comuni e si smascherano le bugie della propaganda degli oppressori». Luigi Forte
«Forse non in tutto c'è stata bellezza, ma in questa possibilità di dare voce a chi dalla parola era rimasta esclusa, di dare un nome alle paure, alle gioie e alle illusioni, c'è tutta la bellezza della poesia». Tina Guiducci
«I giovani inquieti di Von Keyserling si piegano alla legge del castello». La recensione di Gianni Santamaria
«Un romanzo di paesaggi: la dolcezza e la misteriosa impenetrabilità del paesaggio, soprattutto ligure, con le sue colline di ulivi e antichi villaggi abbandonati che trasformano quel territorio tra terra e acqua in un luogo interamente simbolico e minuziosamente reale». Renato Minore
«Ernaux non si limita ad osservare, s’immerge nel presente ripetuto del supermercato e si fa superficie liscia, riflettente». Caterina Bogno
«Ciò che si prova, alla fine di questo testo, è un forte senso di spaesamento, dovuto all’abbondanza e l’inconoscibilità di fondo dell’ipermercato, per sua natura oggetto opaco ma pullulante di vita – “collettiva, sottile, specifica”». Maddalena Vatti
«La luce che pioveva è un racconto pieno di sentimento ma anche di fermezza e identità: perché il percorso di questa madre dagli anni Cinquanta è un processo di consapevolezza, di apertura al mondo» Francesca Cingoli