«Keyserling, nato da famiglia aristocratica, ricostruisce e fa rivivere con lucida e minuziosa attenzione la decadenza dell’aristocrazia tedesca di fine ‘800».
«Il testo di Ernaux è pieno di empatia e precisione, è poetico più che documentaristico». Gianni Montieri
«Non si andrà più al supermercato come prima, avendo letto questo piccolo libro di Annie Ernaux». Claudia Raimondi
«Se centrale è la parola ancora più dirimente è lo stile, una prosa limpida, assieme tagliente, esatta ma evocativa». Saverio Simonelli
«Malinconico e commovente, fa sorridere e induce al perdono di noi stessi, figli imperfetti di genitori imperfetti». Giorgia Mecca
«Ernaux riesce a connotare di un reale interesse sociale e politico l’esperienza della spesa al supermercato». Laura Marzi
«Ogni personaggio sembra prigioniero di un preciso copione dal quale non riesce a fuggire». Laura Goria
«Il romanzo d’esordio rivelazione di Anne Pauly è bellissimo; certo, raramente ho letto qualcosa di tanto schietto, intenso, irrimediabilmente vero». Andrea Marcolongo
«Si legge frenando di botto e rischiando uno schianto davanti a un tornado di lacrime e raffiche di risate». Tiziana Pasetti
«Topi in trappola, gente stanca, comunità di desideri e non di azione: il supermarket, che per sua natura si situa sul versante del disincanto, viene soppiantato nel racconto da un nuovo canone interpretativo». Paolo Landi
«Un destino che sembra attraversare, immutato, schieramenti opposti, e che dovrebbe farci riflettere». Daniela Poggio
«La sera sulle case è un romanzo di un vero e proprio scontro generazionale accompagnato da descrizione dei paesaggi invernali fiabeschi della Curlandia, dove però sarà solo una generazione a prevalere sull’altra». Piergiuseppe Calcagni
«Nei tramonti della Curlandia si spegne il mondo di Von Keyserling». La recensione di Giorgio Montefoschi
Sulla scena domina il gusto per la battuta esplosiva, mentre si stravolgono nell’assurdo i luoghi comuni e si smascherano le bugie della propaganda degli oppressori». Luigi Forte
«Forse non in tutto c'è stata bellezza, ma in questa possibilità di dare voce a chi dalla parola era rimasta esclusa, di dare un nome alle paure, alle gioie e alle illusioni, c'è tutta la bellezza della poesia». Tina Guiducci
«I giovani inquieti di Von Keyserling si piegano alla legge del castello». La recensione di Gianni Santamaria
«Un romanzo di paesaggi: la dolcezza e la misteriosa impenetrabilità del paesaggio, soprattutto ligure, con le sue colline di ulivi e antichi villaggi abbandonati che trasformano quel territorio tra terra e acqua in un luogo interamente simbolico e minuziosamente reale». Renato Minore
«Ernaux non si limita ad osservare, s’immerge nel presente ripetuto del supermercato e si fa superficie liscia, riflettente». Caterina Bogno
«Ciò che si prova, alla fine di questo testo, è un forte senso di spaesamento, dovuto all’abbondanza e l’inconoscibilità di fondo dell’ipermercato, per sua natura oggetto opaco ma pullulante di vita – “collettiva, sottile, specifica”». Maddalena Vatti
«La luce che pioveva è un racconto pieno di sentimento ma anche di fermezza e identità: perché il percorso di questa madre dagli anni Cinquanta è un processo di consapevolezza, di apertura al mondo» Francesca Cingoli
«Consapevolezza e pazzia si contrappongono, reale e soprannaturale sfumano l’uno nell’altro lasciandoci incerti su ciò in cui possiamo credere». Maria Ferragatta
Quest'ultimo libro dell’autrice francese è in fondo un grande specchio parabolico nel quale riconoscere, oltre agli altri, anche noi stessi.
«Ogni scrittura raccolta in Cos’è uno scandalo è d’occasione, come la vita che non ha una rotta tracciata».
«Nel suo presagire un futuro possibile cogliamo il senso dell'attualità di questo Resoconto parigino». Federico Demichelis
«Un libro che conferma Barthes autore sublime anche negli scritti finora non conosciuti». Giovanni Graziano Manca