«Ai bordi di molte sue missive ci sono le prime bozze del principe. Una storia che l’ha seguito tra voli reali e pindarici e di cui, ancora oggi, riconosciamo il valore». Chiara Bianchi
«La grandissima capacità di Stanišić è che è in grado di farti ridere e farti commuovere nella stessa pagina». Matteo Pioppi
«Una raccolta di racconti e di gemme preziose, perché il bello è sia la storia, sia soprattutto lo stile eccezionale di un'autrice che mescola ritmo e scelte lessicali senza sbagliare un colpo».
«Un libro sottile come quelli a cui ci ha abituato Ernaux, ma non meno affilato, come la lama di un coltello». Sara Marzullo
«La storia di una donna che si affranca con dolorosa tenerezza dalle proprie origini». Antonella Catena
«Tutto è già stato vissuto per Ernaux, ma il piacere del presente riattiva zone inesplorate del vissuto ed esperienze già fatte». Federica Tozzi
«Annie Ernaux, la scrittura come il sesso e una chiacchierata con L’orma editore». Articolo di Valeria Gargiullo
«Disegni che si intrecciano alle parole, disegni che le affiancano senza mai illustrarle, disegni che ci portano congiuntamente nel vivo delle sensibilità di Benjamin e di Pajak». Ludovico Cantisani
«Ognuno può leggere questo libro a modo suo, è come un prisma, dischiude molteplici prospettive». Étienne Kern intervistato da Alice Figini
«Ernaux trasforma sé stessa nella protagonista della propria opera, e rende visibile il legame che intercorre tra la storia universale e quella personale». Veronica Sicari
«Un barone che tutti vorrebbero conoscere, degno della fantasia senza freni di Bernard Quiriny». Eleonora Barbieri
«La sua caduta è in realtà la vittoria contro l’oblio. La sua morte rappresenta l’idea romantica del fallimento»- Riccardo Piazza
«Il suo libro di memorie è come un film documentario di 66 anni di vita di un Paese. È il miglior tipo di storia». Riccardo Menegazzo
«Racconto vita e morte del sarto Reichelt che volò dalla torre Eiffel». Su Il Giornale Eleonora Barbieri intervista Étienne Kern.
«Tra dialoghi intelligentissimi e uno spiccato senso della malinconia, il libro di Quiriny è un esercizio di stile magistrale e immaginifico che ripercorre le bizzarrie di una famiglia nobile francese».
«Ernaux prende le immagini materne e le rovescia per scrivere della donna che esisteva fuori di lei, per darle un'esistenza piena e per parlare della vita che ha definito il suo carattere». Riccardo Menegazzo
«Il nuovo romanzo di Bernard Quiriny è una lettura deliziosa. Lo scrittore belga innova con una forma di narrazione frammentata, moltiplicando evocazioni assurde, spesso piacevoli, a volte macabre». Antonio Moreau Dusault
«Montessori si spinge a immaginare un mondo senza confini, a esporre la sua idea di “donna nuova” che oggi potremmo descrivere come naturalmente antipatriarcale». Daniele Fiorenza
«Annie Ernaux nei suoi libri racconta se stessa. Ogni storia è un frammento autobiografico di un romanzo di formazione che ci riguarda». Nicola Vacca
«Sembra quasi impossibile scrivere di violenza senza che il fatto risucchi tutta l’aria della stanza, eppure Ernaux c’è riuscita». Sara Marzullo
«Queste lettere in cui Marcel Proust, intramontabile autore della Recherche, spiega il suo stato di salute sono al contempo deliziose e orribili per il malessere dello scrittore, belle e ironiche». Vincenzo Mazzaccaro
«Un successo nella realizzazione di una raccolta non solo di semplici storie, ma di topoi, archetipi e rimandi che Hoffmann esprime all’interno della sua opera completa e che spesso – complici la varietà e la vastità della sua produzione – rischiano di perdersi». Silvia Girotto
«Questo romanzo, originale ed eclettico, merita di essere letto e scoperto nella sua autenticità e identità».