«Un libro amabile da leggere, dalla scrittura elegante, raffinata, sobria, essenziale». Salvatore Marrazzo
«L’esordio di Giuliana Zeppegno è un’ottima prova, elegante, filosofica e molto colta». Ornella Donna
«Il suo stile è nobile, incline alla entomologa riproduzione di particolari che si rivelano impressionistiche cifre di malinconia e seduzione». Grazia Pulvirenti
“Questo libro vuole essere la testimonianza di quando uscivamo di casa per andare a comprare e a incontrare il mondo”. Annalena Benini
“Attraverso questa ricerca, Wodin non solo ricrea un’immagine della madre, costellata dei volti e delle avventure di parenti fino ad allora sconosciuti, ma inevitabilmente ripercorre la storia di una città e di quelle nebulose zone tra Russia ed Europa”. Giulio Silvano
«Alla Ernaux non sfuggono i rapporti di forza capitalistici, le famiglie poi diventate famiglie di marchi che determinano la capillarità totalizzante dei marchi stessi». Roberto Carvelli
“Su questo pianeta non si smette mai di fuggire”. L’intervista integrale di Eleonora Barbieri a Natascha Wodin
«Cos’è uno scandalo dimostra ancora una volta come i testi “laterali” siano la via più autentica per conoscere la complessità di un autore. Il percorso meno orientato per sondarne le stratificazioni». Ginevra Amadio
«Cora nella spirale non è solo la storia del divario tra vita privata e aziendale causato da un’etica del lavoro che si fa sempre meno etica, ma un’analisi di come il capitalismo disattende le aspettative e i progetti trasformando il lavoro in una dimensione in cui, tornando a Han, autorealizzazione e autodistruzione coincidono». Manuela Altruda
«Auchan è in superficie democratico, ma è anche una guida inconscia per i pensieri da avere». La recensione di Lorenzo Vanni
«La luce che pioveva di Giuliana Zeppegno, un abbraccio tra passato e presente». La recensione di Serena Pisaneschi
«È questa memoria tramandata tra madre e figlia, questo cordone ombelicale mai reciso realmente, la vera essenza del romanzo». Alice Figini
«Paul Guimard offre una meticolosa narrazione in cui emergono nell’incudine, tra vita e morte, descrizioni del presente che si legano a ricordi lontani». Velio Carratoni
«Il tentativo di iscrivere il supermercato, un quanto “grande appuntamento umano”, non solo nella letteratura, ma anche nella memoria collettiva». Laura Pezzino
«Anche i supermercati riproducono gli stereotipi di genere e contribuiscono a rafforzarli, esattamente come rafforzano le distinzioni di classi, inducendo le persone a basso reddito a rassegnarsi alla propria condizione». Michela Marzano
«Anticipando sorprendentemente il tema della riflessività nel moderno, Magliani riesce a scrivere un romanzo sulle guerre napoleoniche che pare affrontare in realtà i ricorsi più drammatici e critici della nostra attuale fissazione iconica per le immagini». Mauro Francesco Minervino
«Zeppegno racconta anche come l’ordinarietà della vita di sua madre Maria si connoti per forme di eroismo della vita quotidiana, come le chiamava Nietzsche […] Quanta forza è necessaria per vivere, anche l’esistenza più normale? Sembra domandarsi l’autrice, incalzando la madre a raccontare la propria storia». Laura Marzi
«La grande scrittrice francese sa come raccontare il nostro tempo senza finzioni, chinandosi sulla realtà». Cristina de Stefano
«Questo libro è una preziosa riflessione narrativa sul nostro vivere collettivo che si sta tragicamente abituando alla cultura senza anima dei non luoghi». Nicola Vacca
«Guarda le luci,amore mio è più di una testimonianza sulla “comunità dei desideri” che abita un supermercato; è anche una riflessione sulla folla, le classi sociali, i voti delle persone, i luoghi di controllo, la stanchezza dell’abbondanza e dell’eccesso del consumismo». Guiylaine Massoutre
«Il romanzo sembra assumere la forma di una lunga lettera in cui la figlia senza alcun filtro sentimentale sembra dire alla madre: ecco, questi sono i ricordi che io ho di te». Serena Votano
«Autodefinitasi etnologa di se stessa, Ernaux parte sempre da un accadimento autobiografico ed espone i fatti con rigore scientifico. Le emozioni - vergogna, inadeguatezza, senso di colpa, dolore - restano sobrie e trattenute come in Flaubert, uno dei suoi riferimenti. Sta al lettore coglierne la potenza sotto la superficie di un’esposizione ridotta all’osso che però taglia come una lama, suo punto di forza». Carlotta Vissani
«Consigliato a chi vuole approfondire la figura di Simone de Beauvoir, integrare il tema del femminismo e ampliare il proprio sguardo sul mondo». Alice Mammola
«Nell’interregno tra assopimento perenne e furore, scende La sera sulle case, un romanzo d’altri tempi che non smette di affascinare e di raccontare una storia che in fondo è sempre la stessa e che riguarda: il conflitto familiare, la sottomissione, la ricerca dell’amore, lo stordimento del desiderio, la giovinezza, il disfacimento, la perdita, la morte, la solitudine». Gianni Montieri
«Un legame unico, quello tra madre e figlia, che l’autrice riporta nel suo romanzo con descrizioni meticolose e un linguaggio raffinato». Marta Elena Casanova
«Le immagini catturate dai suoi occhi alimentano il racconto del potere che la grande distribuzione esercita sulle persone». Elisabetta Severino
«Ernaux decide di osservare e scrivere, perché vedere per scrivere è vedere altrimenti. È distinguere oggetti, individui, meccanismi e conferire loro valore d’esistenza». Annarita Iozzino
«Ernaux registra contraddizioni e ritualità, ma anche insospettate tenerezze all’interno del tempio del consumo». Sara Erriu
“Il supermercato è il romanzo della nostra società”. L’anteprima di “Guarda le luci, amore mio” su Tuttolibri.
“La legge del mercato viene esercitata in maniera inflessibile e invisibile, pesa sulle persone senza che se ne rendano conto”. L’intervista di Paola Piacenza ad Annie Ernaux