«Quiriny allestisce la sua inverosimile galleria degli orrori come un moderno divertissment, con tocchi lievi e calibrati, procedendo in maniera indolente ma pressoché inarrestabile.» La recensione di Pasquale Di Palmo.
La poetica di Franco Beltrametti è una costante invasione della vita nella scrittura, una scrittura che he ha la sua ragione d’esistenza nell’attimo, nella rapidità d’esecuzione e nell’economia di parole.
«Annie Ernaux sceglie delle immagini di vita e le racconta. Non le spiega, le racconta. E queste sue immagini sono talmente belle ed efficaci che davvero non hanno bisogno di essere spiegate, ma solo raccontate.»
«C’è tutta Algeri e l’Algeria nel romanzo di Adimi: le statue dei grandi del passato, le baruffe tra gatti randagi, il complottismo popolare e il ricordo delle bombe sulla città. E i tomi, disposti militarmente sugli scaffali della libreria di Edmond Charlot.» La recensione di Francesca Del Vecchio.
«Per chi ama i libri e le librerie indipendenti, questo è un romanzo non solo bello, ma necessario.» La recensione di Gabriella Bosco
«Judith Hermann usa il tema dello stalking per parlare di un concetto più profondo: la nostra infelicità. Vuoti che vorremmo colmare, spazi che non vogliamo percorrere. Proprio in quel desiderio si misura la nostra infelicità.» La recensione di Virginia Villa
«Non pensate a una storia di lotte, denunce e vessazioni. Il pericolo stavolta non viene dall’esterno e non se ne va quando smette di bussare alla porta. Il pericolo siamo noi e le nostre infelicità. Sono i vuoti che vorremmo colmare. Gli spazi che non ce la sentiamo di percorrere, le distanze che vorremmo coprire. E in quel desiderio si misura la nostra infelicità.» La recensione di Chiara Beretta Mazzotta
«Judith Hermann costruisce una macchina narrativa perfetta. Una storia ambigua, inquieta e perturbante. Dove nessuno è innocente. Dove la realtà, che sta al di là della porta di casa, è un’entità indecifrabile.» La recensione di Alessandro Mezzena Lana
Dal minuto 01:07:00 Tommaso Giartosio e Anna Ruchat raccontano la vita e le opere di Franco Beltrametti in occasione della pubblicazione dell'antologia Il viaggio continua.
«Lo scrittore confeziona una satira quasi gotica della vita comunitaria a partire dalla sua cellula più piccola, ma più feroce: la casa.» La recensione di Cristina Taglietti a “L’affare Mayerling”.
«L’inadeguatezza della memoria è il gioco al centro del romanzo e la sprezzatura con cui è condotto nel trattare i temi e sorvegliare lo stile è il suo valore fondamentale.» Francesco Pacifico
Lo scrittore di Providence ha amato, si è sposato e ha divorziato, ha intessuto relazioni e rapporti epistolari. Il tutto è contenuto e spiegato in questo affascinante libretto curato da Marco Peano che racconta di un amore assurdo di un uomo votato all’orrore cosmico.
«Le riunioni di condominio possono essere narrazioni estreme; e restare, col talento di Quiriny, spassosissime.» La recensione di Daria Galateria
«Con “La libreria della rue Charras”, caso letterario in Francia, Kaouther Adimi ci racconta, tra realtà e finzione, tra aneddoti e ricordi, la vita di un uomo a suo modo straordinario.» La recensione di Giuseppe Fantasia
«Keyserling insegna a resistere con pacata dignità, spegnendo la retorica, gli orgogli patrii, le vampate dei sensi con la geometrica semplicità della sua prosa.» Bruno Ventavoli
«Se gli oggetti inanimati hanno un’anima, in questo caso è un’anima terrificante.» Voto 5/5 per Etienne de Montety via «Le Figaro».
«Quiriny si inserisce con umorismo surreale e inquietante nell’illustre tradizione del “romanzo condominiale”.»
«“L’amore all’inizio” è un romanzo sul tempo che non torna più. Judith Hermann adotta una tecnica del racconto metodologicamente fredda eppure tagliente, bruciante nei suoi esiti narrativi. La sua prosa asciutta e minimale attrae il lettore e lo espone ad una sensazione di minaccia continua, lo lascia in sospensione, senza fiato.» La recensione di Alessandro Vergari
«Il nuovo romanzo del pirotecnico Bernard Quiriny cita Ballard e oscilla tra farsa e tragedia.» La recensione di Marta Cervino
«“La libreria della rue Charras” ci ricorda che la letteratura è arte salvifica e totalizzante, capace di sottrarre all’oblio chi l’ha veramente amata e vissuta.» La recensione di Elena Giorgi
Nelle lettere di HPL c’è tutta la sua fragilità: le vezzosità che si concede quando si firma, la giocosità adolescenziale con cui appella i suoi corrispondenti, lo spirito estremo di auto osservazione tramite il quale è capace di esplorare il dettaglio di ogni minuto della sua esistenza.
«La giovane Kaouther Adimi racconta una vicenda basata su fatti realmente accaduti sulla quale ricama in modo estremamente delicato ed elegante.» La recensione di Francesco Ricapito
«Adimi mette in luce con una narrazione semplice e scorrevole il problema dell’Algeria, la sua identità francofona che rende il Paese un incrocio di culture tra l’Europa e l’Africa.» La recensione di Alice Figini
L’intervista di Anais Ginori ad Annie Ernaux su letteratura, femminismo, politica e dominanti in occasione del premio Hemingway.
«Significative, forse le migliori della narrazione, sono le pagine sull’Alzheimer della madre, quel recedere nelle nebbia della demenza senile dalla quale, tuttavia, risorge per momenti, poi ricadendo in quell’oscurità.» Piero Sanavio
Beltrametti non voleva in nessun modo tradire l'immediatezza del cortocircuito fra vita e poesia, il continuo e reciproco fluire e rifluire dell'una nell'altra.
«Dalla passione di Charlot all’idea di uno “spirito del luogo”, da Parigi ad Algeri, Adimi racconta la genesi e l’evoluzione del suo romanzo storico.» L’intervista di Vins Gallico
«Il libro, uscito nel ’92 e con il quale l’autore, Francois Weyergans si è aggiudicato il Premio Renaudot, è a tutti gli effetti un libro sulla memoria.»
«Il lettore rimane spiazzato, incantato, commosso. Perché scrittura e vita, come mamma e figlia, diventano un tutt’uno dopo essersi reciprocamente alimentate.»
«Un libro, certo, ma soprattutto un’esperienza di lettura totalmente rivoluzionaria. Un romanzo (forse) che non può essere paragonato a nessun altro.» Valeria Lattanzio
«Un’indagine sul rapporto tra tempo e memoria, che custodisce non senza alterare la verità del ricordo.»
"Questo libro è una scatola magica", Roberto Galaverni racconta gli incontri e i viaggi di Bertrametti.
«Un inno a tutti i personaggi segreti della storia della letteratura.» La recensione di Florence Bouchy per «Le Monde»
«Libro davvero magnifico, gestito con un’eleganza e una maestria che pochi riuscirebbero a dimostrare.» La recensione di Simona Scravaglieri
«“Una donna” si legge immergendosi totalmente nella sua scrittura, limpida e lucida, chiara e senza giri di parole, da cui traspare un dolore profondo, quello che non si esaurisce con il pianto.»
Una voce triste, ma lucida. Una voce assordante perché è di una dodicenne. Una voce che racconta silenzio e solitudine, ma senza retorica.