Con le sue città possibili e le sue collezioni impossibili, La biblioteca di Gould restituisce al lettore la facoltà d’immaginare, di astrarsi, di ridere (amaramente) e di riflettere.
«La ricerca commovente di una famiglia del proprio “posto” nella storia, e di una figlia nella società. L’orma pubblica per la prima volta in Italia un’opera preziosa che fece vincere all’autrice il premio Renaudot (1982), e lo fa nella bellissima traduzione di Lorenzo Flabbi.»
«“Forse scrivo”, afferma, “perché non avevamo più niente da dirci”. Riportare alla luce: questo è l’impegno profuso.»
«Il romanzo di Annie Ernaux riesce a dosare i pochissimi mezzi di cui si serve e a costruire, attraverso di loro, una storia che forse non è epica ma che certo è grande, allargata, capace di debordare dai suoi confini e di mettersi in relazione con molte altre storie che la precedono e la sovrastano e che parlano in primo luogo di noi, chiunque noi siamo.»
«Uscito in quattro parti fra il 1970 e il 1983, “I giorni e gli anni” è, senza discussione, uno dei romanzi tedeschi più importanti del Novecento.»
«Il padre che ci descrive Annie Ernaux è un uomo come tutti, un uomo al quale non è accaduto nulla di speciale. Ma quanto più questa figura è anonima, tanto più essa è lancinante. E lo è per la determinazione tutta istintiva con cui la figlia ne impugna l’anonimità e dunque la gloria.»
«Attraverso la figura tormentosa di Gesine Cresspahl aveva saputo far tralucere, Johnson, la storia oscura e tragica di un continente. Ne stava cominciando, allora, un’altra. Senz’altro meno tragica; forse non meno oscura. La nostra.» Andrea Cortellessa
«Torna un grande capolavoro della letteratura europea di uno dei più importanti autori del Novecento.» Davide Orecchio
«Si era fatto strada, “vicino alla miseria, poco al di sopra di essa”. A raccontarcelo è la figlia, nella complessa percezione adolescenziale tra affezione filiale, distacco generazionale e poi, il più grave, quello culturale che si fa sociale e destabilizza “il posto” nella vita. Una distanza di classe, ma particolare, la loro - dirà Annie - che non ha nome. Come dell’amore separato.»
"Non ho dubbi. Se dovesse mai esistere un premio al miglior personaggio letterario, quest’anno, per me, ci sarebbe un vincitore sicuro. Pierre Gould. L’eccentrico Gould. Il raffinato Gould, il dandy Gould. Soprattutto: il bibliofilo Gould". Stefano Salis.
«Non ho dubbi. Se dovesse mai esistere un premio al miglior personaggio letterario, quest’anno, per me, ci sarebbe un vincitore sicuro. Pierre Gould. L’eccentrico Gould. Il raffinato Gould, il dandy Gould. Soprattutto: il bibliofilo Gould.» Stefano Salis.
Senza divisione in capitoli, lo stile di Bremer è un getto ininterrotto che genera fantasie tragicomiche e complotti orditi ai suoi danni, visionarietà affastellate e concatenate, momenti di speranza e di apertura subito troncati dall’insofferenza che contraddistingue un fantasioso e lamentoso pessimismo dello scrittore.
La ripresa integrale dello spettacolo "Strane presenze di libri probabili", presentazione de "La biblioteca di Gould" in occasione del Festival de la Fiction Française. Con Bernard Quiriny, Lorenzo Flabbi, Julien Donadille e la presenza imprescindibile della Compagna Barone Chieli Ferrari. Roma, Biblioteca Rispoli, 17 febbraio 2014.
Quelli di Quiriny sono racconti originalissimi, nati tutti dalla surreale aneddotica del misterioso signor Gould, collezionista di libri molto particolari, viaggiatore e chissà cos’altro. Si gioca sulla variazione sul tema, con libri che si auto correggono, libri che trasmettono elettricità o che si fanno leggere solamente se abbigliati elegantemente, oppure i già citati libri matrioska.
Libri richiamano libri. E così, suggerisce Stefano Salis, un autore geniale come Menon potrebbe stare bene nella sezione dei libri dimenticati della biblioteca di Pierre Gould.
Libri richiamano libri. E così, suggerisce Stefano Salis, un autore geniale come Menon potrebbe stare bene nella sezione dei libri dimenticati della biblioteca di Pierre Gould.
Una storia minima. Come quella del padre, un uomo qualsiasi, per un romanzo esile, appena 120 pagine, che ha assegnato alla Ernaux un posto di primo piano nel panorama letterario francese.
Un ritratto scarno, senza artifici, struggente. Uno stile volutamente piatto che non cerca la commozione e che pagina dopo pagina emoziona.
È senza dubbio nella forma breve che Quiriny dà il meglio di sé, come conferma La biblioteca di Gould (traduzione di Lorenza di Lella e Giuseppe Girimonti Greco), libro gustosissimo, raffinato, pieno di estro e passione per il paradosso e la letteratura al quadrato.
Il perfido Gould, già noto ai lettori con il precedente libro " Le assetate", uscito in Italia per Transeuropa, fa da guida a un non ben identificato narratore, in una sorta di passeggiata dove da un racconto all'altro si passa da una città, alla biblioteca a considerazioni di vario genere sulla nostra epoca. "Ecco la cronaca di alcuni dei profondi mutamenti che stanno stravolgendo la faccia della terra: la resurrezione di massa,la libertà di cambiare nome a proprio piacimento, lo scambio dei corpi durante l'amore" e altri ancora.
Immaginatevi una biblioteca che raccoglie i libri più particolari del mondo, da quelli che uccidono a quelli che evaporano. Immaginatevi resurrezioni di massa e altri fatti strani che sono destinati a cambiare la nostra vita quotidiana. Ed ora immaginatevi un collezionista raffinato, colto e geniale che ha viaggiato in numerose città straordinarie, da quella in cui domina il silenzio a quella divisa in due da uno specchio, il quale tiene conferenze sull’oblio e si diletta con mirabolanti invenzioni.
Il merito di questa brillante inchiesta consiste nell'aver fatto luce su alcune delle dinamiche meno note, ma non per questo meno preoccupanti, che attualmente regolano il mondo del lavoro in Germania.
Finalmente si può ascoltare anche in italiano il sound di Friedrich Kittler: forse il più originale teorico dei media dopo McLuhan.
Con questi primi due volumi il pubblico ritrova in una raffinata traduzione due capolavori hoffmanniani.
Wagner-Sigfrido anticipatore dei Pink Floyd: una silloge del filosofo Friedrick Kittler (per la prima volta tradotto in Italia).
Un nuovo Hoffmann, tanto moderno da risultare addirittura postmoderno, si affaccia al panorama italiano portando con sé quel carico di fascino, di soprannaturale e di fantastico che si adatta ancora oggi con sorprendente agilità a tutti gli strati di pubblico, dai più esigenti ai meno avvezzi all’alta letteratura.
Una conversazione di Guido Zaccagnini con Francesco Fiorentino, docente di letteratura tedesca presso l'Università di Roma Tre e massimo conoscitore in Italia di Friedrich Kittler.
"L'uomo che si mette nei panni degli altri": un ritratto inedito di Wallraff nato da un'intensa chiacchierata col giornalista Giampaolo Cadalanu.
L'ennesimo miracolo dell'editoria italiana di qualità, che a fronte di una drammatica crisi economica e dell'ulteriore calo dei lettori, continua a perseguire ambiziosissimi progetti.
La puntata dal vivo di UndeRadio, la radio di Save the Children, su "La ragazza". Intervengono con la redazione Emiliano Sbaraglia e Marco Federici Solari.
La situazione degli scrittori di oggi è resa difficile dal confronto delle opere che ammirano e che, per le contingenze storiche, sentono di non poter replicare, di non poter nemmeno provare a scrivere, perché il mercato le ricuserebbe senz’altro. A margine degli incontri, la generazione del Gruppo ’63 faceva i suoi tentativi: presto storicizzati, problematici, inattuali, eccetera eccetera. Ma oggi dove possiamo trovarli i nostri Fratelli d’Italia e Capriccio all’italiana?
Per quanto dall’alto continui a ricevere secchiate di liquame, giù in strada il romanzo continua imperterrito il suo corpo a corpo con la realtà, con i bisogni e i desideri della gente comune. Ne fa di tutti i colori, quello zozzone! Con gran gusto dei lettori: che all’intreccio ci tengono, signora mia.
In quale misura si può parlare di un uomo attraverso i libri che ha letto? Possono le scelte di lettura tracciare il profilo di una personalità? In questo senso La biblioteca di Gould. Una collezione molto particolare, opera di Bernard Quiriny (L’Orma, 2013), è la biografia di un uomo fuori dal comune, eccentrico, dandy, originale à tout prix.
«In quale misura si può parlare di un uomo attraverso i libri che ha letto? Possono le scelte di lettura tracciare il profilo di una personalità? “La biblioteca di Gould. Una collezione molto particolare”, opera di Bernard Quiriny, è la biografia di un uomo fuori dal comune, eccentrico, dandy, originale à tout prix.» Elisa Cianca
Un libro nel libro, nel quale "reduci" e "postumi" dell'avventura neoavanguardista si domandano che cosa sia rimasto e che cosa sia andato perduto di quella stagione.
Un libro che dimostra sostanzialmente due cose (in via, si spera, definitiva): innanzitutto che la neoavanguardia, lungi dall’essere una falange armata unita e compatta contro il nemico del “romanzo ben fatto”, era in realtà il luogo ideale di incontro per un gruppo di persone assai bene assortite, da Sanguineti a Eco, da Manganelli a Balestrini, che pubblicamente e scopertamente se le cantavano assai. In secondo luogo che se non esiste un modello precostituito di romanzo tradizionale, come ha dimostrato uno studio di un paio d’anni fa a firma di Guido Mazzoni, nemmeno esiste il suo controcanto sperimentale, anzi, meno ancora del primo, come modello precostituito e replicabile.