«Annie Ernaux a Roma dopo il Nobel: l’incontro a Villa Medici e un’anticipazione del prossimo libro». Alice Figini
Annie Ernaux alla Festa del Cinema di Roma con il film Les Années Super-8: il servizio speciale del TG1.
«Annie Ernaux: “I miei anni Super-8, la memoria e il futuro del nostro mondo stanco”». Manuela Santacatterina
«I Super 8 di Annie Ernaux: autobiografia tra vacanze, politica e interni casalinghi». Stefania Ulivi
«Autobiografia per immagini di un premio Nobel. “La donna dei filmini di famiglia non sono più io”». Marco Consoli
«La scrittrice racconta l’avventura comune ma rigorosamente attraverso la ricerca personale della verità, ed è questo che le ha fatto vincere il premio Nobel». Claire Devarrieux
«Nella scrittura sovversiva di Annie Ernaux soggetto politico è prima di tutto il corpo nella sua vita materiale, nella densità e intensità dei suoi momenti d’essere». Jessy Simonini
«Ernaux è da anni una delle autrici più amate, anche per questa capacità empatica, per la scrittura chirurgica, per il suo impegno sul versante femminista». Manuela Zanni
«Il pronome noi, usato da Annie Ernaux al posto dell’io, raccoglie tutta l’intensità delle vicende che sono attraversate con la puntualità di un lampo e con la forza di un tuono». Luciana de Palma
«Annie Ernaux ha composto per noi un sentiero di letture ricco di indizi che puntano a un disegno. Un puzzle esistenziale in cui ogni opera ha uno spazio preciso». Letizia Pezzali
«Con la sua scrittura scarna e quasi brutale, ma di intensità assoluta, è riuscita a creare un’inedita commistione tra narrativa e sociologia, usando elementi autobiografici per conoscere la realtà». Liana Messina
«La scrittrice francese Annie Ernaux ha vissuto intensamente, e lo ha ancora meglio narrato in una forma autobiografica unica, personalissima, tagliente al limite dello scientifico». Sara Peggion
«I suoi libri sono prima di tutto appassionanti romanzi autobiografici, ma sono anche testi di grande spessore sociologico». Laura Barile
«Così i racconti di E.T.A. Hoffmann vorticano tra l'estasi e l'abisso». La recensione di Elisa Veronica Zucchi
«La curiosità per un sarto boemo morto dalla Tour Eiffel diventa auto-fiction e un modo per ragionare sui propri morti». Giulio Silvano
«Una dolorosa e luminosa meditazione sull’insensatezza dell’umano di fronte all’incapacità di scorgere una direzione comune e condivisa». Alice Pisu
«La memoria personale è per Annie Ernaux il serbatoio da cui estrarre le estrarre le esperienze di una “generazione lontana” che tanto ancora significano nel presente». Elisabetta Rasy
«La dignità e il valore della voce femminile assumono un’ulteriore, importantissima, legittimazione». Sara Rossi
Annie Ernaux vince il Premio Nobel per la Letteratura 2022: Lorenzo Flabbi ospite da La domenica dei libri.
«Facevo l’amore per provare che il piacere più grande è la scrittura». In esclusiva su La Stampa l’incipit de “Il ragazzo”
«Nei suoi scritti la prima persona singolare si fonde con la prima persona plurale in una perfetta simmetria». Chiara Tagliaferri
«Annie Ernaux è stata premiata per la capacità di percorrere, attraverso le sue esperienze personali, una memoria collettiva fatta di lotte femministe per la libertà sessuale, per il diritto all’interruzione di gravidanza, per la parità». Ida Bozzi
«Ogni volta che questa splendida donna di 82 anni prende in mano un bisturi a forma di penna per scorticare e mostrare al mondo una parte di sé, si scopre che a sanguinare siamo noi». Silvia D’Onghia