«La sua è una vita che ad un primo sguardo potrebbe apparire incredibile, ma che rispecchia molte delle avversità vissute da tedeschi e tedesche sotto il regime hitleriano e che si mostrano come pericoli quotidiani». Silvia Girotto
«Il fenomeno musicale – e, in tal modo, anche la fenomenologia della sua fruizione – non possono che inglobare totalmente l’ascoltatore e l’amatore, per cui il momento descrittivo è anche un momento di separazione, di allontanamento dalla musica». Artin Bassiri Tabrizi
«Roland Barthes non desiderava scampare alla guerra dei linguaggi, ma scardinare quel che sta dentro ogni posizione: di potere, di politica, d’amore senza farsi mancare il percorso lirico della pornografia. La postura dei corpi, della scena che li contiene, fa parte del mondo dei segni così come i movimenti di colui che racconta e disegna». Elio Grasso
«L’acutezza di Barthes è sparsa in una miriade di articoli e prefazioni, una nebulosa di asteroidi che svolazzano intorno alle sue grandi opere; è sempre utile quando vengono raccolti e tradotti.» Giulio Silvano
«Come sempre Ernaux riesce a fondere il personale con il politico, consegnandoci una storia emblematica che racconta la vita di moltissime donne che, ancora oggi, vengono rinchiuse a forza nei binari degli stereotipi di genere». Giorgia Damiani
«Cora nella spirale è un libro soffocante, rivelatore, commovente e spietato. È uno specchio rotto che, tra i frammenti, rivela la nostra immagine scomposta.» Giulia Berillo
«Incursione unica nell’opera di Julien Gracq, che prediligeva il genere dell’essai, “Libertà grande” irriga tutta la sua produzione artistica e quella del suo tempo con un meraviglioso taccuino di estasi letterarie.» Chiara Masotti
«Con dignità e impegno sociale, recupera le radici da cui proveniamo, illumina i ricordi con una luce nuova e ci riporta al presente diversi, senza più afflizioni». Serena Votaro
«Anche nei suoi testi più celebri, Roland Barthes non manca di accompagnare le sue geniali intuizioni con qualche banalità ben scritta, con qualche boutade provocatoria. Forse addirittura di proposito: per il piacere ironico di regalare una gioia filistea ai critici più ottusi.» Pierluigi Pellini
«E se le parole, purtroppo, non sono né vere né false, esse possono essere intonate. O possibilmente cercate. E Barthes lo fa, in quel tono marginale che è una scrittura per frammenti. Né la solennità della massima né l’asprezza dell’epigramma. Barthes è tutto qui.» Salvatore Marrazzo
«Apparentemente una distopia, “L’affare Mayerling” finisce con l’essere una chiave di lettura possibile del modo di vivere del presente, una rappresentazione corale del disagio reale che si nasconde dietro l’apparente benessere circostanziale di una società che non punta più sulle relazioni umane, ma sui circuiti di interesse economico». Loredana De Vita
«Una rivoluzione antropologica quella da lei operata, secondo le parole di Julia Kristeva. Gli inediti ora pubblicati ne sono una prova ulteriore, come ben sottolinea Annie Ernaux nel testo utilizzato come postfazione: Il “filo doppio” che mi lega a Simone de Beauvoir. Ernaux che di quella rivoluzione è figlia, grata di esserlo (“un modello di vita”, scrive), pur nella totale e lucida consapevolezza della propria differenza». Gabriella Bosco
«Ogni testo, breve, fulminante o digressivo che sia è una perla, un concentrato di saggezza che va oltre l’aforisma e si colloca a metà tra il saggio essenziale e la notazione estetica». Paolo Romano
«Attraverso le parole e nella letteratura, la figlia riesce a riappropriarsi della figura della madre, a “metterla al mondo” a sua volta, a sentirsi meno sola.» Ilaria Cattaneo
«Un intreccio di intimità personale e immaginario collettivo, un non-romanzo – molto francese, molto europeo.» Cristina Taglietti
«Una spietata analisi delle conseguenze dello sfruttamento del lavoro nel mondo di oggi.» Emiliano Sbaraglia
«Una raccolta di scritti inediti che si leggono con timore. Se ne apprezza fin dalle prime righe il valore letterario e filosofico, la compattezza dei brani, la quantità della scrittura sintetica ed incisiva.» Maria Anna Patti
«L’estro poetico e il viaggio nella mente di Gracq sono i veri protagonisti del libro.» Chiara Gibertoni
«Cora ci entra così nelle vene, perché ognuno di noi, chi più, chi meno, ha fatto il suo percorso, perché ognuno di noi si ritrova chiamato in causa a rivivere attimi bui che sembrano non finire mai.» Cristiana Carnevali
«Ernaux affronta temi proibiti con il suo stile diretto, senza fronzoli e scevro da infingimenti.» Francesca Vitelli
«Qui, a differenza che nel corpus barthesiano edito e ben conosciuto, l’uomo (e quindi lo scrittore, con le sue necessarie intemperanze) prevale sull’intellettuale e lo illumina di luce nuova. E ci regala una delle più belle definizioni di “letteratura” che siano mai state date.» Luca Doninelli
«Un libro denso ma levitante. Che non smette di suscitare profondi interrogativi e che riesce a farlo in una suspense stringente, leggera quanto efferata.» Salvatore Marrazzo
«Cora nella spirale tra romanzo e racconto della crisi degli anni duemila» intervista a Vincent Message a cura di Eva Milella
«Testo e immagine viaggiano in parallelo, s’incontrano in un punto infinito, in un orizzonte (di senso) lontano, evocativo più che connotativo.» Marco Enrico Giacomelli
«Un vero e proprio libro-scrigno colmo di gioielli uno più sorprendente dell’altro, il cui titolo risuona come una dichiarazione d’intenti che non ammette compromessi.» Fabio Gambaro
«La lettura è un continuo susseguirsi di ricordi trasfigurati che permettono di cullare nostalgie rimosse.»
«Con il tono secco e asciutto che caratterizza tutta la sua scrittura, in questa raccolta vediamo il pensiero di de Beauvoir crescere, svilupparsi e maturare, pagina dopo pagina.» Giorgia Damiani
«Una feroce critica del capitalismo e dei meccanismi della finanza, ma anche di una società che incoraggia comportamenti scorretti, opportunistici, abbietti in nome del raggiungimento del “successo” economico.» David Frati
«Per Gracq si potrebbe parlare di lingua poetante: una prosa cioè che cerca la sua potenza nelle temperature della poesia.» Mariachiara Rafaiani
«La libertà grande è quella di muoversi sulla pagina senza costrizioni, divagare lungo il crinale innevato di paesaggi mozzafiato.» Pasquale Di Palmo
«Che cosa vuol dire pensare, avere pensato. Quali tracce lascia. I testi dispersi – e finora inediti in italiano – raccolti in “Cos’è uno scandalo” offrono qualcosa come la radiografia di una mente.» Paolo Di Paolo
«Quando Simone de Beauvoir scriveva “La femminilità, una trappola” la sociolinguistica non esisteva ancora, ma lei già stava cogliendo le premesse culturali dello stereotipo e del paradosso di genere.» Sofia Fiorini