Charlotte Brontë fu sempre divisa tra due opposti canoni di felicità: quella privata e tradizionale simboleggiata dall’immenso cielo tempestoso dello Yorkshire e quella pubblica che tendeva verso l’esterno, verso la realizzazione dei propri sogni di scrittrice.
«Non è una lettera d’amore, anzi è scevra da qualsiasi sentimentalismo ci si possa aspettare di trovare, immune a qualsiasi luogo comune in cui è facile scivolare.»
Il ritratto di una donna che ama e che lotta con un’incessante attenzione alla realtà e alle relazioni, anche quando questo comporta il rinunciare a qualcosa di sé, forse non tanto per una decisione opportunistica volta all’autodifesa quanto piuttosto per stare nel mondo senza volerlo a ogni costo cambiare, senza pretendere di far capire chi si è né di convertire ai propri modi gli altri, senza cercare, in altri termini, di eliminare le distanze tra sé e la realtà.
Un libricino rifinito in ogni minimo dettaglio da chiudere e da spedire ai vostri amici come fosse una cartolina. Ideale come regalo, ma anche da tenere nella propria libreria, data la qualità del cartoncino e dei disegni con cui viene adornata “la busta” da spedire.
Dell'impressionante performance collettiva di Castelporziano Proprietà perduta è il singolare diario non-diario e rapinoso romanzo.
«Un libro allucinato, straniato, folle, e allo stesso tempo fatto di una scrittura personalissima, pervasa di humor, ironica, frizzante.»
«Il romanzo con il quale una grande autrice francese si è riaffacciata al pubblico italiano negli ultimi anni. Diciamo riaffacciata perché Annie Ernaux si era già presentata al mercato editoriale in Italia con alcuni romanzi pubblicati da Rizzoli, che però erano passati in sordina. Finché L’orma editore non ha riportato e ritradotto “Il posto”, a firma di Lorenzo Flabbi.»
In tempi letterari funestati dall’inseguimento della cronaca e appiattiti nella libera espressione fantastica, questo giovane filosofo belga continua a proporre fulminanti e brevi racconti dell’assurdo, segnati da comica genialità e cinismo, che sono una totale cesura del verosimile.
«La protagonista del romanzo di Irmgard Keun, uscito in Germania nel 1931 e ora tradotto dalL’orma editore, è una “nuova donna”. E se il suo essere moderna, negli anni Trenta, gira attorno alla voglia di autonomia, di jazz, di baci e di carezze, il suo essere moderna oggi persiste nella complessità delle zone buie che le appartengono.» Annalisa De Simone
Una breve raccolta di lettere scritte da Charlotte Brontë tra il 1832 al 1854 che la curatrice ha scelto con minuziosa attenzione, ricercando tra le parole dell’autrice di "Jane Eyre" quella forza e quella determinazione che le hanno permesso di perseverare fino al raggiungimento del suo sogno di diventare scrittrice nonostante le difficoltà della vita.
Non un semplice ricettario di parodiana fattura, ma un vero e proprio trattato di unificazione delle tavole nazionali.
Un viaggio emozionante alla scoperta di una figura straordinaria non solo perché estremamente complessa, ma anche perché di esemplare modernità.
In quei tre giorni di Festival davanti al mare, in quella piccola parentesi woodstockiana, la poesia perde la sua vocazione solitaria ed elitaria e s’incarna, si modifica – proprio nel senso che diventa “moda”, tendenza – per poi esplodere nell’isteria collettiva che distrugge il palco sulla sabbia.
«Proprio come un album di fotografie è costruito “Gli anni”, romanzo vincitore del Premio Strega Europeo, in cui la dimensione individuale scompare quasi del tutto a favore di quella storica, collettiva.»
«Raramente la brevità romanzesca si è distinta per una tale compattezza, costruita sulla convivenza (apparentemente impraticabile) di una grande complessità e profondità psicologica, e di una leggerezza quasi distaccata, data dalla impeccabile (e personalissima) tecnica di scrittura.»
«La letteratura è viva e lotta insieme a noi! Lo testimonia per esempio Antoine Volodine, autore francese di origine russa, col libro “Angeli minori”, per cui è risuonata da più parti la parola “capolavoro”.» Roberta Salardi
Jane Austen mostra tutta la “profonda superficialità” della sua penna nelle lettere ai suoi affetti, tra i quali primeggiano l’amica Fanny Knight, da lei definita “quasi una sorella” e l’invece consaguinea Anna Austen, con la quale amava discettare vivacemente di balli, tè, Lords e Sirs.
Nell’epistolario “Io in te cerco la vita” non mancano dissertazioni su dissidi politici in merito al suffragio universale, acute e dettagliate analisi delle vicissitudini in Parlamento e alla Camera, missive con affettuosi consigli alla figlia diciassettenne.
«Non c’è trama, tutto ha perso senso perché non c’è più neppure il mondo come lo conosciamo. Le categorie temporali e spaziali si sono dissolte e con esse l’unità dell’uomo e della coscienza.»
Dall'epistolario si evince di quanto Bronte sia stata una donna forte, ferma nelle sue idee e innovativa pur conducendo una vita quasi monacale, ligia ai suoi doveri filiali e conforme alle regole.
«Passando dal registro comico al grottesco, dal frammento poetico alla parabola e alla storiella umoristica, Brecht si è servito allegoricamente della figura tipologica dell’intellettuale per rileggere la storia europea.» Guido Caserza
Accanto allo scorrere del tempo esterno, vi è il tempo della crescita personale della donna, fatto di cambiamenti fisici, del corpo che subisce la metamorfosi, dei passaggi di mode, dei reticoli di rughe.
«“L’altra figlia” è un gioiello dalle molte epifanie, ma per chi come me cerca spesso nei libri, sotto la superficie della trama e le invenzioni dello stile, un senso stesso della scrittura, questa lettera aperta a una sorella mai conosciuta rappresenta un modo incredibilmente suggestivo di confessare l’urgenza di scrivere.» Giusi Marchetta
«L’immaginazione di Aymé è talmente grande ed eccentrica da andare oltre: i protagonisti combattono con loro stessi, con i loro pensieri e le loro aspirazioni, con ciò che sono e ciò che pensano di essere, ma sono sempre prontissimi ad allargare la loro percezione delle cose.»
Diari e carteggi suggeriscono aspetti inediti di un autore, riducono la distanza con il lettore, ridimensionano un’opinione spesso sbagliata, come è accaduto a me. Recuperarli è una sfida contro i cliché e i facili giudizi.
Ci sono libri che hanno un valore inversamente proporzionale alle loro dimensioni e, per quanto ridotti e leggeri, sono come scrigni che schiudono a chi li legge un vero tesoro letterario.
«In Volodine la lingua modella il mondo mostrando la propria natura illusoria: l’atto linguistico si fa contraddittorio, menzognero (impossibile non pensare all’artificio estetico di Manganelli), ma per questo arriva mondato dalla retorica e dal sovraccarico ideologico dell’utilitarismo.»
Il dialogo che si instaura con l’oralità del testo e la stessa oralità rimandano alla dimensione corporale: la voce, infatti, esce dal corpo, e a dialogare sono appunto persone in carne e ossa (quello di Frasca è sempre un “uomo materiale”)
«La scrittura ha del miracoloso: evita il sentimento, il lirismo, il compianto, eppure riesce ad essere intima, profonda, diretta, straordinariamente vera.»
Uno dei pochi romanzi contemporanei. Per certi versi, il primo. Per altri, inevitabilmente, l'ultimo.
«Se pensate di leggere un romanzo o un racconto o una commedia o altro allora è bene sappiate che non è quello che pensate e il vecchio pazzo si prendeva gioco di voi.»
Un’intervista ad Antoine Volodine, nella quale spiega il post-esotismo, la magia del numero 49 e molto altro.
«Pochissimi riescono a raccontare storie simili a sogni. Antoine Volodine è uno di questi.» Danilo Zagaria
Il caos fu inevitabile, la scrittura in versi messa alla gogna, con gli invitati offerti in pasto agli spettatori.
Un’ampia e accurata riflessione monografica su soggetto e destino nei tre volumi finora pubblicati in italiano dalL'orma editore di Annie Ernaux, firmata da Elisabetta Roncoli.
Un’ampia e accurata riflessione monografica su soggetto e destino nei tre volumi finora pubblicati in italiano dalL’orma editore di Annie Ernaux, firmata da Elisabetta Roncoli.
Un’ampia e accurata riflessione monografica su soggetto e destino nei tre volumi finora pubblicati in italiano dalL’orma editore di Annie Ernaux, firmata da Elisabetta Roncoli
Pochi autori nella letteratura italiana hanno contribuito alla costruzione del proprio mito come Dino Campana, ultima espressione del "poeta maledetto".
Torna il pamphlet di Franco Cordelli sul festival dei poeti ci Castelporziano: raccoglie le ceneri di un'epoca e anticipa le miserie dell'avvenire.
Si offre al lettore, così, il calco rigido (ma psichicamente mobilissimo, come si vedrà meglio nelle «forme fluide» accolte dai libri del nuovo secolo) di una forma intesa quale rifugio (l’«austerità delle lamiere / d’alluminio»). Fatta salva la consapevolezza, si capisce, che quel rifugio è il primo dei carceri d’invenzione che chi scrive sogna di lasciare
Vittorio Giacopini cita l’estratto pubblicato da “Il Fatto Quotidiano” sull’arte del leccapiedi. Dall’undicesimo minuto.
La struttura metrica di Frasca non è una gabbia. La posizione delle parole domina sul lessico, per altro raffinatissimo.